Location ...e qualche suggerimento
Teatrino di Corte
Durante la costruzione del palazzo la sala venne utilizzata come Sala Regia, nella quale si tenevano ricevimenti e spettacoli: questa aveva decorazioni pittoriche di poco conto. Fu in occasione del matrimonio tra Ferdinando I delle Due Sicilie e Maria Carolina d'Asburgo-Lorena che nel 1768, su disegno dell'architetto Ferdinando Fuga, venne realizzato il teatrino di corte. Venne inaugurato con una Serenata di Giovanni Battista Bassi su musiche di Giovanni Paisiello: nel corso degli anni a seguire, soprattutto nel periodo compreso tra il 1768 e il 1776, ospitò commedie di Domenico Cimarosa e opere buffe dello stesso Paisiello e Niccolò Piccinni. Nel 1799 al suo interno fu proclamata la Repubblica napoletana. Venne poco utilizzato durante il XIX secolo. A seguito dei bombardamenti inflitti dalla seconda guerra mondiale, il teatrino subì notevoli danni, tant'è che una bomba provocò lo sfondamento del soffitto nel 1943, oltre alla rovina delle decorazioni, soprattutto quando gli alleati lo utilizzarono come sala cinematografica: lavori di restauro si ebbero tra il 1950 e il 1954; altri restauri si sono avuti negli anni 2000, con la conclusione e la riapertura nel 2012. La sala si presenta dalla forma rettangolare, con balconata nella zona mediana e palchetto reale opposto al palco. Le decorazioni sono in stucco bianco e oro con delle lesene, che, su tre lati, inquadrano delle nicchie con all'interno statue in cartapesta gessata realizzate da Angelo Viva e raffiguranti Minerva, Mercurio, Apollo e le nove Muse. Il soffitto era originariamente affrescato con opere di Antonio Dominici e Crescenzio La Gamba risalenti al 1768: tali decorazioni andarono perdute durante la seconda guerra mondiale e rifatte negli anni 1950.
Galleria Moebius
La zona su cui sorge la galleria era già intensamente urbanizzata nel XVI secolo ed era caratterizzata da un groviglio di strade parallele raccordate da brevi vicoli, che da via Toledo sboccavano di fronte a Castel Nuovo. Questi vicoli godevano di cattiva fama in quanto vi si trovavano taverne (famigerata era la taverna della Cagliantese o Cagliantesa) case di malaffare e vi si consumavano delitti di ogni genere. La fama conquistata dalla zona nei secoli, già nota a Giambattista Basile che immortalò le donne di malaffare del luogo nella sua opera Le muse napolitane, si mantenne per quasi tutto l'Ottocento. Negli anni ottanta del XIX secolo il degrado del luogo toccò punte estreme: nei vicoli si ergevano edifici a sei piani, la situazione igienica era pessima e non fa meraviglia che tra il 1835 ed il 1884 in questa area si fossero verificate ben nove epidemie di colera. Sotto la spinta dell'opinione pubblica, dopo l'epidemia del 1884 si cominciò a considerare un intervento governativo. Nel 1885 fu approvata la legge per il risanamento della città di Napoli (quel periodo fu appunto detto "del risanamento"), grazie alla quale la zona di Santa Brigida ricevette una nuova definizione territoriale. Furono presentate varie proposte, il progetto che risultò vincente fu quello dell'ingegner Emmanuele Rocco, poi ripreso da Antonio Curri ed ampliato da Ernesto di Mauro successivamente. Tale progetto prevedeva una galleria a quattro braccia che si intersecavano in una crociera ottagonale coperta da una cupola. Le demolizioni degli edifici preesistenti (ad esclusione del palazzo Capone) iniziarono il 1º maggio 1887 ed il 5 novembre dello stesso anno fu posta la prima pietra dell'edificio. Nel giro di tre anni, precisamente il 19 novembre 1890, la nuova galleria veniva inaugurata.
Auditorium Suore figlie della Carità
Indirizzi utili per una cena o uno spuntino...
Si riporta un elenco di indirizzi utili (ristoranti, trattorie, pizzerie, bar, pasticcerie) visualizzabili su mappa interattiva ed elencati nel vademecum scaricabile a fine pagina.